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TRUMP T-DAY LIBERATION DAY
E meno mano che l’altro ieri aveva detto che sarebbe stato molto gentile, figuriamoci se avesse fatto a meno della gentilezza.
Ha esordito, dicendo con un sorriso che aveva buone notizie, davvero buone, anzi buonissime.
“Il 2 aprile 2025 sarà ricordato per sempre come il giorno in cui l’industria americana è rinata, il giorno in cui il destino dell’America è stato ripreso e il giorno in cui abbiamo iniziato a rendere di nuovo ricca l’America”, afferma Trump.
Credetemi, non finirà bene, lo suggerisce la storia, hanno ragione i mercati che si sono presi un coccolone!
Non male oltre 700 punti persi un soli due minuti per i fessi che credevano al pesce di aprile.
“Per decenni, il nostro paese è stato saccheggiato, depredato, violentato e depredato da nazioni vicine e lontane, sia amiche che nemiche. Siderurgici americani, operai dell’auto, contadini e artigiani qualificati: ne abbiamo molti qui con noi oggi. Hanno davvero sofferto gravemente”.
Esagerato!
“Tra qualche istante firmerò uno storico ordine esecutivo, tariffe reciproche sui paesi di tutto il mondo. Reciproche. Ciò significa che loro lo fanno a noi e noi lo facciamo a loro. Molto semplice. Non potrebbe essere più semplice di così.”
No, non è così semplice, come insegna la storia, arriverà una depressione globale!
Si depressione globale in stile anni ’30!
La formula usata?
Semplice!
Trump e i suoi collaboratori hanno utilizzato un sistema apparentemente elementare, come evidenziato da diversi osservatori. E’ stato considerato il rapporto tra deficit commerciale degli Stati Uniti e surplus commerciale di un’altra nazione, la cifra è stata divisa per due e il risultato è diventato il ‘dazio’.
Un esempio? Nel 2024 il deficit commerciale degli Stati Uniti verso la Cina ammontava a 295,4 miliardi di dollari. Gli Usa hanno importato beni cinesi per 439,9 miliardi. La Cina, in sostanza, può vantare un surplus del 67%. La metà, arrotondata per eccesso, porta a 34: appunto, il dazio applicato a Pechino.
E da dove viene il 20% assegnato all’Unione Europea, Italia compresa? Una pista c’è. Export: 531,6 miliardi. Import 333,4 miliardi. Il deficit ammonta a 198,2 miliardi. Calcolatrice alla mano, 198,2 rispetto a 531,6 rappresenta il 37%, stretto parente del 39% che – secondo Trump – equivale ai dazi applicati dall’Ue nei confronti degli Usa. (AdnKronos)
Io con una monetina, facevo meglio!
Poi chissà, ci ripenseranno, faranno accordi bilaterali, ma la sostanza non cambia, i consiglieri di Trump in questi caso, sono degli ignoranti.
“Lavori e fabbriche torneranno a ruggire nel nostro Paese, e lo vedete già accadere. Potenziamo la nostra base industriale nazionale”.
Bella botta davvero per alcuni Paesi, tariffe reciproche mirate, già in vigore dalla mezzanotte americana.
Confermato il 25 % sulle auto importate.
Gran bella botta per la Cina, il 34 % !
Con l’Europa è stato molto gentile.
Con il Giappone molto ma molto gentile, 24 %
I fessi all’inizio avevano festeggiato, pensavano si trattasse del 10 % per tutti, ma quella era la tariffa minima.
Anche l’euro ha festeggiato all’inizio, poi è tornato sui sui passi e oggi è di nuovo sui massimi annuali, ma qui entrano in ballo gli algoritmi.
Unica possibilità è che il mondo voglia dare una lezione a Trump, ma Giappone e Europa, non sarebbero contenti se le loro monete tornassero ad apprezzarsi significativamente, anzi, la depressione colpirebbe loro direttamente.
Inutile ragionare in un manicomio, anche media e giornali nelle prossime ore, si prodigheranno a inventarsi qualcosa per giustificare ciò che nessuno comprende, in fondo questo è il loro mestiere al servizio della finanza.
Inventarsi qualcosa per giustificare il nulla.
Ma i numeri sono numeri e vedremo quello che accadrà, ormai succede sempre tutto e il contrario di tutto.
Ovviamente se i numeri ci diranno che la rotta è temporaneamente invertita ve lo faremo sapere su Twitter.
Nel frattempo nuovo massimo dell’anno per i rendimenti dei tbond trentennali e nuovo massimo di periodo per i nostri BTP.
Le favolette del Sole 24 Ore sul baratto di un acquisto di titoli di Stato a lungo termine, era una barzelletta.
“Se vuoi che la tua tariffa sia pari a zero, allora costruisci il tuo prodotto proprio qui in America, perché non ci sono tariffe se costruisci il tuo impianto, il tuo prodotto in America”
Vedremo se ci sarà spazio per trattare per il nostro Paese, ma sembra che Trump abbia voluto fare di tutta l’erba un fascio in Europa.
“… a tutti i presidenti stranieri, primi ministri, re, regine, ambasciatori e chiunque altro chiamerà presto per chiedere esenzioni da queste tariffe, dico: eliminate le vostre tariffe, abbassate le vostre barriere, non manipolate…”
Ieri la Meloni si è arrampicata sugli specchi, non sappiamo come finirà, ma tutto è ancora possibile.
«Sono convinta che si debba lavorare per scongiurare in tutti i modi possibili una guerra commerciale che non avvantaggerebbe nessuno, né gli Stati Uniti né l’Europa il che ovviamente non esclude se necessario di dover anche immaginare risposte adeguate a difendere le nostre produzioni»,
«Gli Stati Uniti sono il secondo mercato di destinazione» dei prodotti agroalimentari italiani «con un export che nel 2024 è salito del 17%», ricorda la premier. Quindi «quello statunitense è chiaramente per noi un mercato fondamentale ed è evidente che l’introduzione di nuovi dazi avrebbe risvolti pesanti per i produttori italiani. (Corriere della Sera)
Per il resto è tutto da scrivere.
Questo e molto di più è uscito la scorsa settimana, il nostro nuovo appuntamento con il manoscritto intitolato… “Machiavelli e la crisi del 1300” un’occhiata ad uno degli argomenti principe del nostro Outlook 2.025, il mercato immobiliare americano.
Avremo tempo e modo, di osservare grazie alla cinematica di Puntosella, dove sono diretti dollaro e rendimenti, ma soprattutto come sono messe le banche regionali americane e quelle europee.
Ragazzi, le informazioni che trovate qui su Icebergfinanza, in Italia non le trovate da nessun’altra parte!
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Quest’anno OUTLOOK 2.025, sarà dedicato a tutti coloro che hanno sostenuto GENEROSAMENTE il nostro viaggio o vorranno farlo liberamente.
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