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MELONI TRUMP: TOPIC MOMENT

Scritto il alle 12:17 da icebergfinanza

Can Italy's Meloni Save Europe From Trump Tariffs?

Oggi è la giornata decisiva, le sorti della guerra commerciale con l’Europa, dipenderanno molto probabilmente dal colloquio tra Giorgia Meloni e Trump.

Invece, le decisioni della Banca centrale europea, qualunque cosa dirà la signora Lagaffe, è aria fritta.

Nessuna speculazione sull’incontro di stasera, lasciamolo fare ai giornali e ai media, loro sono bravi a inventarsi tutto.

Si saprà tutto domani, oggi è inutile inventarsi favole.

Ne frattempo in Americano volano i consumi, ma si tratta solo di un miraggio amplificato dall’inflazione e dalla corsa agli acquisti per anticipare l’entrata in vigore delle tariffe.

La variazione percentuale delle vendite totali è rimasta invariata da gennaio a febbraio.

Si tratta solo di vendite nominali.

Ieri l’ultimo giapponese sull’isola della fantasia, Jerome Powel, governatore della Banca centrale americana, ha ribadito che l’economia americana è forte e l’occupazione solida…

Tra un paio di settimane avremo la lettura iniziale del PIL del primo trimestre. I dati finora disponibili suggeriscono che la crescita ha rallentato nel primo trimestre rispetto al ritmo sostenuto dell’anno scorso. Nonostante le forti vendite di veicoli a motore, la spesa al consumo complessiva sembra essere cresciuta modestamente. Inoltre, si prevede che le forti importazioni nel primo trimestre, che riflettono i tentativi delle imprese di anticipare i potenziali dazi, peseranno sulla crescita del PIL.

Le indagini condotte su famiglie e imprese segnalano un forte calo del sentiment e un’elevata incertezza sulle prospettive future, che riflettono in gran parte le preoccupazioni relative alla politica commerciale. Le previsioni esterne per l’intero anno stanno diminuendo e, per la maggior parte, indicano un rallentamento continuo, ma una crescita comunque positiva. Stiamo monitorando attentamente i dati in arrivo, mentre famiglie e imprese continuano ad assimilare questi sviluppi.

Nel mercato del lavoro, nei primi tre mesi dell’anno, le buste paga non agricole sono cresciute in media di 150.000 unità al mese. Sebbene la crescita occupazionale abbia rallentato rispetto allo scorso anno, la combinazione di bassi licenziamentie di una minore crescita della forza lavoro ha mantenuto il tasso di disoccupazione in un intervallo basso e stabile. Nel frattempo, il rapporto tra posti di lavoro vacanti e disoccupati in cerca di lavoro è rimasto appena al di sopra di 1, vicino al livello pre-pandemico. La crescita salariale ha continuato a moderarsi, pur continuando a superare l’inflazione. Nel complesso, il mercato del lavoro appare in condizioni solide e sostanzialmente in equilibrio, e non rappresenta una fonte significativa di pressione inflazionistica.

La narrativa è sempre la stessa negare l’evidenza dei dati o avvalersi di dati palesemente obsoleti ad essere buoni, ignorare la realtà.

Conclusione

Come osservò una volta il grande Ferris Bueller di Chicago: “La vita scorre piuttosto velocemente”. Per il momento, siamo ben posizionati per attendere maggiore chiarezza prima di prendere in considerazione eventuali modifiche alla nostra posizione politica. Continuiamo ad analizzare i dati in arrivo, le prospettive in evoluzione e il bilancio dei rischi. Siamo consapevoli che livelli elevati di disoccupazione o inflazione possono essere dannosi e dolorosi per le comunità, le famiglie e le imprese. Continueremo a fare tutto il possibile per raggiungere i nostri obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi.

Grazie. Attendo con ansia le vostre domande.

Si come sempre siete posizionati dietro la curva, quando partirete, finirete in un burrone, insieme all’economia. Mi spiace, non ne avete mai indovinata una nella storia.

I tassi non li decide la banca centrale o Powell, i tassi li impone il mercato e il mercato sconta 5 tagli di tasso nel 2015, il resto sono chiacchiere da bar.

Ma a noi va bene così, più aspettano a tagliare e più danni fanno all’economia.

Il grande J.K.Galbraith amava dire che la  perniciosa inutilità della politica monetaria  e i rischi che derivano dal fare affidamento su di essa sono oggi una realtà. Anche Milton Friedman non scherzava in questo senso soleva dire che non abbiamo bisogno di una Fed, per molti anni sono stato a favore della sostituzione della Fed con un computer, la Fed ha avuto molti pochi periodi di relativa buona performance, per la maggior parte della sua storia è stata una mina vagante e non un fattore di stabilità.

Ieri Powell ha detto che i dazi porteranno ad un’inflazione più elevata e a una minore crescita, agitando lo spettro della stagflazione. Un anno, fa negò il rischio di una stagflazione.

Deciditi Jerome, non sei un bambino che cambia idea in ogni momento.

Per chi non conosce, la stagflazione che in molti a torto richiamano, magari facendo riferimento agli anni 70, presuppone un’occupazione in caduta costante e non la piena occupazione di cui raccontano le favole oggi.

Ma ci vuole tempo prima che gli asini imparino a volare.

Christopher Waller, altro governatore della Fed,  ha dichiarato lunedì che se l’impatto dei dazi dovesse minacciare un profondo rallentamento economico, allora avrebbe sostenuto un taglio dei tassi più rapido, anche se accompagnato da un’impennata dell’inflazione.

“Se il rallentamento sarà significativo e addirittura minaccia una recessione, allora mi aspetterei di essere favorevole a un taglio del tasso di riferimento del FOMC prima e in misura maggiore di quanto avessi pensato in precedenza”, ha affermato Waller in un discorso a St. Louis.

E pensare che qualche settimana fa, aveva dichiarato giustamente di non prevedere inflazione con i dazi.

Si gioca, in fondo, nessuno capisce, un giorno dici nero, l’altro punti rosso.

Tornando al dollaro, mentre tutti partecipano al suo “non funerale” noi vi aiutiamo a capire un concetto semplice, semplice.

Partiamo dal concetto di debito, vi risparmiamo quello di deflazione da debito, tanto non capisce nulla nessuno.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale nel 2023 il debito pubblico globale ha raggiunto la bellezza di 100 trilioni di dollari, poi c’è quello delle imprese, delle famiglie e così via.

Il bello è che in Germania, pensano ancora di ridurre un debito che è come il gioco della martingala.

Una parte significativa di questo debito è denominata in dollari.

Perchè? Semplice, è la moneta di riserva globale, mentre aspetti che arriva l’euro tra 100 anni.

Il 60/70 % del debito estero globale è in dollari, e mentre tu aspetti da de-dolarizzazione, il dollaro deve scendere vero?

Sbagliato Bellezza, avviene il contrario, più cerchi di farlo sparire il dollaro, più significa che ci sono meno dollari in circolazione e se ce ne sono di meno, vuol dire che c’è penuria di dollari e che con la Fed ogni volta deve stampare perché tu possa avere i dollari per ripagare il tuo debito.

E miracolo, il dollaro sale, non scende, il dollar index continua a salire.

Lascia stare il cross euro dollaro, e guarda questo grafico.

Machiavelli ve lo ha fatto notare più volte, ma Voi avete la memoria corta, lo vedete quel triangolo immaginario discendente che partiva dagli anni ’80, rotto al rialzo lo scorso decennio.

Sapete cosa significa vero, mentre celebrate il “non funerale” del dollaro.

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Più DE.DOLLARIZZI e più il dollaro SALE, SALE e ancora SALE!

Questo e molto di più è uscito la scorsa settimana, il nostro nuovo appuntamento straordinario con “Machiavelli e i mercanti.” un’edizione straordinaria per aggiornare tutti alla luce dei recenti avvenimenti.

La città dei Banchieri: la nascita delle banche moderne, una storia fiorentina - Enjoy Firenze | Enjoy Firenze

Avremo tempo e modo, di osservare grazie alla cinematica di Puntosella, dove sono diretti dollaro e rendimenti, ma soprattutto come sono messe le banche regionali americane e quelle europee.

Ragazzi, le informazioni che trovate qui su Icebergfinanza, in Italia non le trovate da nessun’altra parte!

E’ tempo di sostenere, l’informazione libera e di qualità, forza Ragazzi, fatevi un regalo!

Quest’anno OUTLOOK 2.025, sarà dedicato a tutti coloro che hanno sostenuto GENEROSAMENTE il nostro viaggio o vorranno farlo liberamente.

Un semplice indizio, per chi vuole sostenerci, prima di tornare alla lira …

100000 LIRE ALESSANDRO MANZONI MEDUSA 03/07/1967 SPL+

 

 

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