in caricamento ...

PROTEZIONISMO 2025: I SINTOMI DELLA GRANDE DEPRESSIONE!

Scritto il alle 10:01 da icebergfinanza

Furore di Steinbeck: la perdurante fortuna del romanzo di un popolo in fuga - L'Indice dei Libri del Mese

Chi non ricorda il mitico Furore di Steinback, un libro da leggere tutto in un fiato.

Il libro racconta la storia di una famiglia di mezzadri dell’Oklahoma, i Joad, costretti ad abbandonare la propria terra a causa della Grande Depressione…

..C’è, sulla costa, un giornalista, che tutti conoscono; ebbene, possiede un milione di acri1…”

Casy sobbalzò: “Un milione di acri? E cosa ne fa? Cosa diavolo può farsene d’un milione di acri?”

“Chi lo sa. Certo è che è padrone di un milione di acri. Ha un esercito di guardiani, stipendiati da lui, solo per difendersi da chi entra nelle sue proprietà anche senza saperlo, per sbaglio. Va in giro in automobili blindate. Ho visto la sua fotografia. Grasso, delicato, due occhietti cattivi e una bocca a culo di gallina. Ha paura che lo ammazzino. Ha un milione di acri, e invece d’esser felice trema per la paura di morire.”

Le conseguenze del protezionismo.

Dove c’è una lotta contro il sangue e l’odio nell’aria
Cercami mamma, io sarò lì
Dovunque c’è qualcuno che combatte per un posto in cui stare
O per un lavoro decente o per una mano d’aiuto
Dovunque qualcuno lotta per ottenere la libertà
Guarda nei loro occhi, mamma, e vedrai me
Bene l’autostrada è viva stanotte
Ma nessuno persuade nessuno di come andrà a finire
Sono seduto qui alla luce del fuoco da campo
Con il fantasma del vecchio Tom Joad
 (Bruce Springsteen)

E vanne il giorno del diluvio universale, una sorta di pandemia globale, nella quale alcuni tornano a paventare il rischio di interruzione della catena di rifornimenti globali, altri le cavallette, altri ancora chissà cosa.

La reazione dei mercati è stata isterica, ma hanno ragione, Trump non è stato affatto gentile, lo è stato solo con alcune nazioni, è andato oltre le peggiori aspettative.

Eppure, bastava studiare la storia!

Già nel 2007, l’America aveva iniziato ad imporre tariffe a

I sintomi della Grande Depressione: PROTEZIONISMO COMMERCIALE USA vs CINA.

Si si tratta di un articolo da me scritto nel lontano e insospettabile aprile del 2007, agli albori del blog Icebergfinanza.

DEFLAZIONE E PROTEZIONISMO: SINTOMI DELLA GRANDE DEPRESSIONE.

Lascio questi tre pezzi di storia alla Vostra curiosità, qui sotto faccio una brevissima sintesi.

Facciamo un passo indietro ad inizio del secolo scorso…

In quel periodo con le esportazioni di capitali l’America aveva contribuito a mantenere in equilibrio la bilancia internazionale dei pagamenti e appena scoppiata la crisi iniziò il ritiro dei capitali  a breve termine. Questa tendenza al ritiro dal mercato internazionale, fu rafforzata dalla politica doganale che gli Stati Uniti perseguirono con l’introduzione della famosa HAWLEY-SMOOT a partire dal giugno 1930 che fu duramente protezionistica e costituì un pericoloso precedente. Ciò che spinse molti paesi a scegliere la via dell’isolazionismo economico fu l’asprezza di quella crisi. ( fonte: “Le trasformazioni sociali” di Gabriele De Rosa )

Credo di non dire fesserie se sottolineo che quanto deciso dall’amministrazione Trump va ben oltre l’intensità e la pericolosità della famigerata HAWLEY-SMOOT.

Torniamo per un attimo indietro nel tempo alla crisi industriale del 1873/1895 che ebbe inizio trent’anni dopo un’ incessante crescita economica. Quella crisi si rivelò un anticipo di quello che sarebbe stato uno dei punti fondamentali indicati da Keynes per uscire dalla Grande Depressione del ’29. Durante quella crisi la risposta immediata ed istintiva dei governi fù quella di innalzare barriere doganali al fine di incentivare l’uso delle proprie merci. Nelle sue memorie l’allora presidente degli Stati Uniti Hoover, che si prodigò nel fallito tentativo di rassicurare gli americani sulla solidità dell’insostenibile  sistema economico finanziario americano, scrisse che l’intero pacchetto conosciuto sotto il nome di “NEW DEAL” comprendente peraltro le barriere doganali altro non era che la negazione di tutta la tradizione americana sostenendo che se la nuova amministrazione del presidente Roosevelt avesse continuato nella politica precedente invece di sabotarla e di sforzarsi di trasformare l’America in un sistema collettivista, si sarebbe ripresa ben prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.

Sul Financial Times del 2010, Martin Wolf, parlava già di CIRMANIA, i due paesi predatori Cina e Germania, Paesi incoerenti, che facevano la morale agli altri, pericolosi, pericolosissimi nel perseguire i loro esclusivi interessi.

(…) “I due paesi sono molto diversi, ovviamente, eppure nonostante le differenze condividono alcune caratteristiche. Entrambi ritengono che i loro clienti devono continuare ad acquistarne le merci, ma che si indebitino in modo irresponsabile. Siccome il loro surplus implica il deficit di altri, è una posizione contraddittoria. I paesi con un surplus devono finanziare quelli in deficit; se il debito cresce troppo però, il debitore è a forte rischio di default. Quando succede, i vantati risparmi dei paesi con un surplus si rivelano un’illusione.
Comincio a chiedermi se l’economia globale e aperta riuscirà a sopravvivere alla crisi. 

” Dell’atteggiamento del più potente paese europeo, vorrei sottolineare tre aspetti: avrebbe un impatto prevalentemente deflazionistico; sarebbe inapplicabile, e potrebbe spianare la strada a un’uscita della Germania stessa dalla zona euro.”

Per anni la Germania e la Cina hanno frodato il commercio globale, non sto qui a ripetervi i motivi, li conoscete.

Difficile aspettarsi una riflessione in Europa, quando hai un tedesco alla guida della Commissione europea.

Ma torniamo ai giorni nostri, ieri si è scatenato l’inferno sui mercati.

Oro in calo, dollaro crollato, mercati devastati e bond, soprattutto quelli americani che rompono livelli fondamentali al rialzo, mettendo a segno, nuovi massimi annuali.

L’oro ormai ha scontato anche la fine del mondo ed è arrivato dove da mesi il nostro leggendario Puntosella aveva individuato la traiettoria possibile.

Immagine

In fondo era questo che voleva l’amministrazione Trump, costringere la Fed a tagliare i tassi!

Ovunque lungo la curva, i rendimenti americani hanno rotto supporti importanti e decisivi, movimento preannunciato dal nostro Puntosella, nell’ultimo manoscritto, nella rubrica dedicata ai bond americani.

I nostri titoli di Stato si stanno comportando benissimo, il segnale di acquisto recente è stato confermato.

Il dollaro è crollato, certo, senza una sua logica, protezionismo da sempre significa dollaro forte, molto forte anzi fortissimo.

Mai era successo negli ultimi anni di assistere ad un simile movimento in un solo giorno, siamo passati da 1,08 a 1,1150 in poche ore, pura reazione isterica.

Ma restiamo ancora a livelli, che non segnalano alcuna inversione definitiva.

Il nostro Puntosella, il mago della cinematica, pensa che nei prossimi mesi, nonostante l’isteria di ieri, difficilmente si andrà oltre i massimi dello scorso anno.

Inoltre i più attenti avranno notate che ci sono margini di trattativa, diversamente non avrebbero spostato al 9 aprile il via alle tariffe.

I senatori Susan Collins del Maine, Lisa Murkowski dell’Alaska e Rand Paul e Mitch McConnell del Kentucky si sono uniti a tutti i democratici nel sostenere la risoluzione. Paul, che è uno dei promotori del disegno di legge, ha sostenuto che le tariffe sono una tassa e che solo il Congresso, non il presidente, può imporre tasse ai sensi della Costituzione.

“Questa è una tassa, semplice e chiara, sul popolo americano”, ha detto Paul. “Non puoi semplicemente dichiarare un’emergenza e dire, ‘Beh, la repubblica costituzionale era grandiosa, ma accidenti, abbiamo un’emergenza e i tempi sono terribili.(WSJ)

Quindi 5 repubblicani hanno già abbandonato la crociata di Trump sulle tariffe.

La storia è ancora tutta da riscrivere.

Questo e molto di più è uscito la scorsa settimana, il nostro nuovo appuntamento con il manoscritto intitolato… “Machiavelli e la crisi del 1300” un’occhiata ad uno degli argomenti principe del nostro Outlook 2.025, il mercato immobiliare americano.

La città dei Banchieri: la nascita delle banche moderne, una storia fiorentina - Enjoy Firenze | Enjoy Firenze

Avremo tempo e modo, di osservare grazie alla cinematica di Puntosella, dove sono diretti dollaro e rendimenti, ma soprattutto come sono messe le banche regionali americane e quelle europee.

Ragazzi, le informazioni che trovate qui su Icebergfinanza, in Italia non le trovate da nessun’altra parte!

E’ tempo di sostenere, l’informazione libera e di qualità, forza Ragazzi, fatevi un regalo!

Quest’anno OUTLOOK 2.025, sarà dedicato a tutti coloro che hanno sostenuto GENEROSAMENTE il nostro viaggio o vorranno farlo liberamente.

Un semplice indizio, per chi vuole sostenerci, prima di tornare alla lira …

100000 LIRE ALESSANDRO MANZONI MEDUSA 03/07/1967 SPL+

Solo il Vostro prezioso sostegno ci permette di raccontarvi la realtà, soli contro tutti e contro tutto, semplicemente controcorrente.

Ricordo a tutti coloro che avessero bisogno, che ICEBERGFINANZA è anche consulenza a 360 gradi, in mezzo a questa tempesta perfetta.

Cliccando sul link qui sotto e mandando una mail a icebergfinanza@gmail.com,  è possibile avere una consulenza strategica sui possibili sviluppi macroeconomici e finanziari dei prossimi mesi, oltre a ricevere i nostri manoscritti.

SEMPLICEMENTE GRAZIE!

Nessun commento Commenta

I commenti sono chiusi.

CONSULENZA FINANZIARIA GENERICA
SOSTIENI ICEBERGFINANZA
SOSTIENI IL NOSTRO VIAGGIO
IL NOSTRO LIBRO clicca qui
Segui IcebergFinanza su
http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/ http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/ http://www.facebookloginhut.com/facebook-login/
CONTATORE